Promozioni che devi rifiutare
Ci sono lavori nuovi su cui dovresti riflettere, e avanzamenti di carriera che potrebbero finirti male
Ciao a tutte e tutti,
ho passato un weekend piuttosto complesso con moglie influenzati e bimbi piuttosto reattivi nel cogliere la breccia nelle mura. Sono ancora vivo, già mi sembra un ottimo risultato.
Oggi parto da questo articolo di The Atlantic, l’unico abbonamento che pago (sono stato anche abbonato al Post, al New York Times, al New Yorker, a turno). Nell’ultima puntata di Coltura aziendale, la fortunata newsletter sul mondo del lavoro che avete sul cellulare tra le mani e state leggendo ora, e che potete sostenere con un bel cuore 💓 o condividendo questo post, alla fine della lettura, o ora se vi sentite fiduciosi
abbiamo parlato di soddisfazione sul posto di lavoro.
L’articolo smonta un assioma: promozione = felicità e aumento della soddisfazione personale.
Cito da un pezzo molto serio del New York Times:
È un'idea radicata nell'approccio americano al lavoro: una promozione è un riconoscimento incondizionato del tuo successo ed è un percorso verso un successo ancora maggiore.
Certo, in un mondo ideale sarebbe così. Ma se sei qui, se mi conosci, se hai letto qualcosina sul lavoro o hai la fortuna di viverlo, sai che non è sempre così.
Ok, partiamo dai dati messi insieme nell’articolo:
la metà dei CEO intervistati si sente solo, e questo diminuisce la soddisfazione lavorativa (bisogna volerlo, anche essere CEO)
per tornare felici dopo essere stati promossi ci vogliono un paio d’anni.
Fermi qui: perché? Questo è abbastanza intuitivo, ma mettiamolo sul tavolo: per trovare le misure del nuovo incarico, capirne a fondo i task, padroneggiarli, e districarsi nella selva di relazioni nuove o rinnovate che una promozione di solito si porta appresso, ci vogliono 24 mesi. Duri.
Aggiungo un po’ di pepe?
E che succede se ti promuovono, ma in cuor tuo sai già che te ne andrai?
Questo articolo del New York Times di cui rubo l’immagine esplora le pieghe etiche di una promozione con la valigia in mano.
Non ne uscite bene, spoiler.
Conoscersi, anche qui, ed essere onesti prima di tutto con la propria immagine allo specchio è un tema fin troppo rilevante, in certi casi.
Lo dico pure per esperienza personale: ogni volta che sono stato promosso si è allargato il ventaglio delle responsabilità, in particolar modo relazionali. Cosa cambia con una promozione?
RELAZIONI - Se l’arena dei rapporti è un campo che mi piace, mi appassiona, mi interessa e in cui mi muovo abbastanza bene, nello stesso tempo ne percepisco la fatica, la forza magnetica, il peso.
PESO: questo è un termine reale associato ad una promozione. Il peso è diverso, e difficilmente potrai fingere che sia tutto come prima. Non funziona così, mai.
TEMPO - La gestione del tempo cambia tantissimo salendo i gradini della carriera. Diventa difficile prioritizzare, e in generale bisogna capire il potere della delega, e nello stesso tempo quello del Faraone.
La delega: bisogna avere la capacità e la qualità di capire chi può fare cose tue, e come. E aiutare le persone. a farle meglio.
Bisogna attuare decreti faraonici, a volte. Se il Faraone di turno avesse chiesto il permesso ai suoi sudditi per le Piramidi, ora non ci guarderebbero come hanno guardato Napoleone quando disse:
Soldats, songez que, du haut de ces Pyramides, quarante siècles vous contemplent
Ok, Napoleone, il Faraone, un po’ di roba da onnipotenza per dire che a volte bisogna anche anteporre la propria idea alle altre, specialmente se il tempo è poco, tante le pressioni, e in generale non si può mettere d’accordo tutti.
Ma quando evitare una promozione?
Bisogna conoscersi. Certe persone a 50 anni ancora sono piuttosto indietro nella conoscenza dei proprio anfratti, delle proprie frattaglie, miserie, ingenuità, idee. Ci sono leve che ci muovono profonde: conoscerle o meno fa tutta la differenza del mondo, e sul mondo. Certe persone devono evitare le promozioni, per essere felici.
Bisogna prepararsi. Il lavoro di ogni giorno dovrebbe prepararci a incarichi di maggiore responsabilità. Fallo con cura, e preparati con attenzione. Focus, serietà, task, idee nuove: sono tanti i modi per non rimanere fermo e cominciare a mettere le basi per un avanzamento di carriera.
Bisogna prioritizzare. Cito: “Vicki Salemi , esperta di carriera per Monster.com, consiglia di classificare le prime tre cose che stai cercando in qualsiasi posizione occupi. Le priorità di ognuno sono diverse. Per alcuni potrebbe essere la vicinanza a casa, la capacità di impegnarsi in lavori stimolanti e il mantenimento di una determinata fascia salariale. Per altri, orari di lavoro flessibili, far parte di un team coeso e avere accesso a tutor sono priorità. “Molte volte c'è la politica e qualcuno non verrà mai promosso e non ha niente a che fare con te. È una mentalità migliore dire: "Mi alzerò, andrò a lavorare e farò del mio meglio nel mio ruolo attuale, svilupperò le mie capacità". e nessuno può avere alcun impatto su questo”, ha detto. "Ottengono più potere e acquisiscono più fiducia le persone quando pensano in questo modo."
Bisogna rassegnarsi. Brutto da dire, ma meglio non accettare un lavoro più importante o un ruolo superiore se non sei disposto a subire un colpo temporaneo alla propria felicità.
Postilla per un nuovo lavoro: informatevi. Non limitatevi ad un’occhiatina al sito. Sentite i dipendenti, futuri colleghi, parlate con gente uscita, spulciate su Glassdoor. Siate pronti, altrimenti, come diceva Napoleone in un famoso trend TikTok: there’s nothing we can do.
E vi ritrovate così:
Scusate so che è roba vecchia, ma mi fa ancora ridere, buona giornata
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