Ciao a tutte e tutti,
so che il titolo di questa puntata di Coltura aziendale vi ha fatto tremare il caffè in mano.
Come, la mia barbosa newsletter settimanale che mi ammorba sul mondo del lavoro, ora mi parla di videogiochi?
Allora, i videogiochi, non l’ho mai molto nascosto, sono una super passione per me. E hanno tanti benefici, anche nascosti, lo dice il New York Times.
Ci ho perfino fatto uno speech ad una bellissima conferenza, a Bolzano, al Wall Festival, per connettere i videogiochi soulslike, simili e difficili come il celebre Dark Souls, una specie di rivoluzione nel mondo del gaming.
Siccome sono fortemente convinto che in ufficio e sul lavoro portiamo tutto noi, anche se non vogliamo, compreso tutto quello che abbiamo imparato dalle nostri passioni (e non averle è un dilemma da Quora, uno dei sempre più gettonati forum di domande e risposte).
Cosa ho imparato dal mondo del gaming, e da videogiochi specifici, che in maniera più o neno involontaria replico nella mia giornata lavorativa?
ATTENZIONE.
Visto che è una bella giornata, ho deciso di inserire pure una mini puntata podcast. La trovate all’inizio della newsletter.
Non la legge, la approfondisce.
Spero vi piaccia, in caso ditemelo che replico.
Qui la puntata pilota su Spotify, ancora grezza, ma se vi piace miglioriamo.
Ma andiamo forte sui videogiochi.
Football Manager, ovvero gli effetti delle parole sul team e i ragazzi 💎
Non devo spiegare cosa sia Football Manager, vero? Vabé, forse sì dai. Siamo pur sempre in una newsletter sul lavoro.
La faccio semplice: sei un allenatore, e puoi scegliere tutto, e dico praticamente tutto, quello che riguarda la tua squadra. Allenamenti, medici, fisioterapisti, contratti, ovviamente la formazione che scende in campo, cosa dirgli prima, durante, dopo la partita, e cosa dirgli ai giocatori se vanno bene, male, così così. Non solo: è uno sterminato database con un numero immenso di campionati, con licenze ufficiali.
L’ultimo arrivato? Il campionato giapponese, la Meiji Yasuda Insurance Ltd J1 League, la Meiji Yasuda Insurance Ltd J2 League e Meiji Yasuda Insurance Ltd J3 League, nella versione 2024 del gioco. La Serie A, B e C in Giappone, per capirci.
Questa qui sotto è una schermata di un giocatore giovane ma piuttosto note, che è al Bayern Monaco, in Germania. Notate il livello di dettaglio della sua scheda:
Cosa mi ha insegnato?
Due cose. Come vi dicevo, ogni parola detta ai tuoi calciatori cambia il loro umore, la loro voglia di giocare con te o per la tua squadra.
Mi ha insegnato a mantenere le promesse. O a non farle. Se, in fase contrattuale, a Football Manager prometti una cosa ad un calciatore, poi la promessa va rispettata. Altrimenti non importa vincere Scudetti, o giocare un grande calcio, vorrà andare via. Le parole pesano sul lavoro, bisogna saperle pesare. Io sono molto istintivo, molte volte ci prendo, ma cerco di non dimenticare mai il peso delle parole dette, e promesse. E la trasparenza.
Altra cosa che mi ha insegnato? A scovare Wunderkind. Chi sono? Sono i baby prodigio, i nuovi Messi o Cristiano Ronaldo di 15 anni. Il database sconfinato di Football Manager, stagione dopo stagione, si arricchisce di 15enni generati dall’AI, che potrebbero, in pochi anni, valere 100 o 120 milioni di euro.
Nelle persone con cui si lavora bisogna saper scovare un tratto di personalità, una caratteristiche, o un set di caratteristiche che loro magari intravedono appena. Sono le loro caratteristiche prodigio. Quelle che non contano solo in quel momento ma che, se cresciute e incoraggiate, possono aiutarli proprio nella vita.
Non vi nego che è una delle mie cose preferite, nel gioco, trovare questi ragazzi gioiello. E pure sul lavoro. Il mio problema è semmai poi non sacrificare tutto perché me ne sono innamorato, di quell’idea di loro. Alcuni non diventano mai dei fenomeni, rimangono dei discreti giocatori, o litigano con te, o semplicemente non maturano mai. Ma l’amore per l’idea può restare. E non dovrebbe.
Medieval Total War, ovvero gli obiettivi e la pianificazione
Passo ad un altro gioco, un ambito totalmente diverso.
Medieval Total War è un gestionale a turni. Governi un regno, un impero, che sia la Francia divisa in due, l’Inghilterra che entra nel Medioevo o Venezia che deve espandere la sua flotta per dominare i mari. Questi qui sotto sono i Bizantini, con la loro capitale, ovviamente Costantinopoli, odierna Istanbul, la seconda Roma.
A turni: in ogni turno puoi spostare come pedine gli eserciti, i personaggi (ce ne sono di vario genere, spie, principesse della tua casata, assassini, emissari, sacerdoti) e arricchire le tue province. Obiettivo del gioco? Dipende, ma immaginatelo come un immenso Risiko. Ogni turno di solito rappresenta una stagione, o un’annata, con tutte le specifiche storiche, dall’invenzione della polvere da sparo, all’arrivo dei Tartari o la scoperta delle Americhe.
Bisogna saper gestire le risorse, accumulare denari, costruire città ed eserciti potenti, e farlo turno dopo turno, saggiando mosse e intuendo le intenzioni degli altri imperi.
Non amo tantissimo le persone che soppesano ogni mossa sul lavoro, alla Machiavelli, ma nello stesso tempo so che non ci sono giorni in cui non si costruisce un progetto più grande, un obiettivo più ambizioso. Fa parte del gioco, un gioco infinito per dirla alla Sinek. Anzi, vi consiglio questo libro:
Non bisogna farsene un’ossessione, però è bello pure confrontarsi con obiettivi, idee di futuro, ambizioni. Fa le persone meno piatte.
Trade Empires, l’importanza delle strade
Chiudo questa newsletter un po’ atipica con un gioco in cui devi costruire strade, per collegare città e risorse, e imbastire una fitta rete commerciale.
Questa roba di costruire strade è importante. Non è solo la base difensiva dell’Impero Romano, tanto per dirne una, ma pure un concetto lavorativo.
Le strade servono a due cose: difendersi velocemente, e collegarsi.
Parto dal primo assunto, forse il meno intuitivo. A volte serve avere dei porti sicuri. Persone in ufficio che sai essere dalla tua parte. Può servire per una parola di conforto, supporto, o concreto aiuto.
Serve aver costruito strade con persone giuste, per raggiungerle o farsi raggiungere quando serve.
Serve farci marciare eserciti o notizie importanti.
Serve per farci marciare supporto o passione o amore.
Ovviamente, servono pure per creare relazioni.
Non so davvero quantificare l’importanza relazionale per me. Ma so che è una roba cruciale. Ci sono persone che nemmeno sospettano quanto siano state o sono importanti nella mia costruzione di persona e lavoratore.
Forse meglio non lo sappiano proprio. Magari si stanno finendo il caffè, leggendo queste parole, chiedendosi da quanto tempo non giocano ad un videogioco.
Spero che questa breve puntata un po’ diversa vi sia piaciuta.
In caso, mettete cuore così lo capisco
buona giornata e buon lavoro
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