Buongiorno a tutte e tutti,
ogni tanto non parlo di gaming (che bomba la Steam Deck, vi prego chiedetemi di spiegarvi quanto sia bella), non parlo di figli, matrimonio, calciotto, funghi, di Lazio, di Fantacalcio, di intelligenza emotiva o focus o di Cal Newport o di Sinek o di San Paolo o del trend di TikTok su Napoleone. Ecco, escludendo il 95% del tempo che passo dietro tutte queste cose e altre ancora, riesco anche ad avere conversazioni super interessanti coi colleghi.
Una delle cose per cui è bello lavorare nel Digital è che ci sono persone interessanti, non troppo incastonate negli schemi. Ecco, chiacchierando è uscito fuori quanto di base nel mondo del lavoro manchi buon senso, nella migliore delle sua accezioni.
Cioè un mix di logica, razionalità , praticità , idee, e un pizzico di intelligenza. Che nella vita ecco va detto potrebbe avere un suo valore.
buonsènso (o bonsènso; più com. buòn sènso) s. m. [calco dell’espressione fr. bon sens]. – Capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche: un uomo pieno di b.; anche in esclam., un po’ di b., che diamine!; ma è questione di b.!; Il B. che fu già capo-scuola, Ora in parecchie scuole è morto affatto (Giusti); il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune (Manzoni): dove con «senso comune» il Manzoni intende l’opinione della maggioranza in contrasto con la saggezza istintiva dei singoli. Talora però b. è usato in sign. non molto dissimile da quello di «senso comune».
Capacità naturale di giudicare rettamente, in vista di necessità pratiche: è interessante perché, come vedete, coinvolge il giudizio e la pratica.
il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune (Manzoni):
Bella la citazione Manzoniana, sembra descrivere molti nostri team di lavoro in Italia.
In questo simil TEDx, ci sono un po’ di cose interessanti. In particolare si parla di tribalismo.
Se ci pensate, siamo immersi in tribalismi. Tutte le cose di cui parlavo prima, fanno riferimento a tribù. Pensate al tifo calcistico, la cosa più tribale che ci sia. Pensate alle correnti di opinioni. Una delle cose che mi piace di più di questo speech è il punto in cui racconta che, alla fine, una delle cose più interessanti dell’uomo è la capacità di persuasione. Che rompe il tribalismo.
Il buon senso ci serve molto. E per diffonderlo, bisogna parlarne. Le più grandi religioni si sono tramandate e diffuse parlando. E mostrando fatti.
Il miracolo del buon senso parte da questo: fare cose fatte bene, pratiche, semplici. Evitare tortuosi rimestamenti filosofici, o imposizioni becere, o spigoli inutili.
Il buon senso dovrebbe imporci di non fare meeting con 50 persone, di cui 45 spettatori inutili.
Il buon senso dovrebbe imporci di non sprecare il nostro tempo in ufficio avvelenando i pozzi delle nostre relazioni perché è più importante il business.
Il buon senso dovrebbe farci capire che il business è importante ma si regge sulle persone, e le persone devono essere motivate e non azzoppate, sennò il business o il lavoro non si fa bene, o non si fa.
Il buon senso dovrebbe educarci a non lasciare solo nessuno, a non lasciare indietro nessuno, ad accettare le regole del gioco ma nello stesso tempo il buon senso dovrebbe spingerci a migliorare i processi, le idee, le relazioni. Perché il costante miglioramento delle idee, dei processi, delle relazioni vuol dire vivere meglio, bene, lavorare bene, meglio. Facciamo fatica a fare l’amore, cerchiamo almeno di farci il buon senso.
L’immagine generale 🖼
Ok, ma che tipo di buon senso viene apprezzato dai datori di lavoro?
Più o meno quello che permette di:
Comprendere l'immagine generale e come il proprio lavoro contribuisce agli obiettivi dell'organizzazione.
Identificare ciò che manca e intraprendere iniziative per colmare tali lacune.
Completare i compiti e rispettare le proprie responsabilità .
Essere disposti ad aiutare i colleghi e contribuire al successo del team.
Essere cortesi e trattare con rispetto sia i colleghi che i clienti.
Allora, l’immagine generale è un punto troppo cruciale. Saper comprendere le coordinate di cosa ci sta succedendo, sta succedendo intorno a noi, come muoversi e cosa NON fare, e quando invece farlo, è un fattore di buon senso cruciale. Ma si può insegnare?
Riflettere sulle esperienze ci consente di capire il mondo intorno a noi e come funziona. Prendersi il tempo per riflettere significa che quando si verifica una situazione simile, il nostro buon senso ci dirà come dovremmo reagire. Ad esempio, il nostro buon senso ci dice che se piove dovremmo portare con noi un ombrello o una giacca impermeabile. Questo perché la nostra mente riflessiva tiene conto di un momento precedente in cui ha piovuto e ci dice che dobbiamo fare qualcosa per evitare di bagnarci. Il nostro buon senso ci consente di prendere decisioni rapide come questa.
Ok, quali sono le domande che bisognerebbe farsi e dovrebbero insegnarci a fare a lavoro? Eccole qua:
Ha senso?
Ci sono elementi contrari che mi indicano che questa non è la strada da seguire? È la cosa giusta da fare?
Cosa mi dice questo?
Quali sono le opzioni?
Vorrei essere trattato in quel modo?
Cosa suggeriscono le tue conoscenze o esperienze precedenti che dovresti fare? È questa una decisione basata su un buon giudizio?
Il buon senso consiste nell'essere aperti e curiosi, nel chiedersi perché e come accadono le cose, imparando dalle esperienze, sia positive che negative. Chiedi ai dipendenti di riflettere sulle loro attività e analizzare cosa ha funzionato bene e cosa ha bisogno di miglioramenti.
Allontanare il tribalismo senza alimentarne uno nuovo, razionalizzare, guardarci negli occhi e parlarci di buon senso: direi un ottimo modo per iniziare il lunedì.
News sul lavoro in Italia 🇮🇹
Oltre a fare la Nutella, che già li rende bellissime persone, alla Ferrero fanno cose belle (però non dimentichiamoci che queste sono PR eh).
News dal mondo 🌎
Anche in India hanno l’ansia del ritorno in ufficio, e ci danno qualche consiglio per combatterla. 🇮🇳
Qui un bel report della UE sul tempo che spendiamo nelle comunicazioni lavorative.
Un consiglio di Luca
Inauguriamo una fortunatissima rubrica – fortunata di essere qui con noi – su un consiglio del tutto a caso mio su libri che sto leggendo. Ultimamente sono piuttosto in fissa con i racconti di Ted Chiang. Perché vale la pena leggerli in una frase? Perché spesso il punto non è solo creare storie da fantascienza, ma farsi domande. Che è una buona pratica, anche ora che state prendendo il terzo caffè di questo lunedì di metà ottobre. Buona giornata a tutte e tutti!
Qui sotto parliamo invece di come maneggiare un micro-manager: bisogna affrontare il problema attraverso una comunicazione aperta e sincera con il capo, fornendo aggiornamenti regolari sullo stato del lavoro e cercando di capire le aspettative del supervisore. Inoltre, l'articolo suggerisce di cercare di delegare in modo più efficace e di offrire soluzioni o suggerimenti per migliorare il flusso di lavoro. L'obiettivo è creare un ambiente di lavoro più collaborativo e meno oppressivo. Amen.