Buongiorno a tutte e tutti, il tema è di quelli di cui ogni tanto, saltuariamente, si dibatte nella mia bolla. La RAL, questa sconosciuta. Lo faremo velocemente, si tratta di una prima intro, ho passato il weekend a festeggiare mia sorella e a far giocare bambini, sono certo che sarete comprensivi.
Partiamo dalla definizione:
Ral è l'acronimo che sta per Retribuzione annua lorda e indica il valore totale della retribuzione che un dipendente percepisce nell'arco di un anno. Questo dato, quindi, comprende anche tutte le trattenute a carico del lavoratore e scalate dal datore di lavoro, intese come contributi previdenziali e fiscali.
Come si calcola?
Per calcolare la retribuzione annua lorda (RAL), bisogna moltiplicare la retribuzione lorda mensile per il numero di mensilità scelto (es. 13 o 14 mensilità).
O ovviamente dividere, se si vuole sapere quella mensile. Questo scioglie il primo grosso problema: quando le HR ti chiedono che RAL percepisci, o che RAL vorresti (più raro), sarebbe il caso di avere una risposta pronta. Vi fa sembrare meno naif, almejno quello.
Certo, non ci dovrebbe essere bisogno di sapere a che RAL aspiri, perché la RAL dovrebbe essere espressa già nell’offerta di lavoro. Questo eviterebbe problemi, imbarazzi, incertezze: specialmente in Italia, dove ovviamente lavorare spesso viene inteso come favore che il datore di lavoro in maniera munifica elargisce ai sudditi, e lo stipendio come fastidioso danno collaterale di questa generosa concessione.
Io sono uno di quelli che spesso dice di non lavorare per 500 euro in più o in meno (sì, sono uno splendido idealista, come mi diceva sempre la mamma della mia ex), e proprio per questo nella vita ho subito spesso l’imbarazzo di dover chiedere lo stipendio a fine mese. O di non sapere nemmeno l’ammontare dello stipendio. Vengo da un mondo, quello del giornalismo, barbaro, privo di regole, del tutto in balia di editori arruffoni, latenze di pagamento e un grosso problema con lo sfruttamento.
Leggere la RAL nell’offerta di lavoro mi avrebbe risolto tanti problemi, ma non è un problema solo italiano. Prendo da questo pezzo della CNN:
Only about 12% of postings from US online job sites include salary ranges, according to Julia Pollak, chief economist at ZipRecruiter.
Lo stato di New York – che non significa tutta l’America – ha introdotto una legge che obbliga ad inserire il salario nelle offerte di lavoro, cito:
"La nostra nuova legge fa luce sulle disuguaglianze retributive", ha dichiarato il mese scorso alla CNN Helen Rosenthal, ex membro del Consiglio comunale e promotrice della legge. "L'inclusione di fasce retributive negli annunci di lavoro permette a chi cerca lavoro di determinare se sarà in grado di mantenere se stesso e la propria famiglia quando si candida per un posto di lavoro".
Pazzesco, sembra una roba banale letta così, e invece non lo è per nulla. Molto più facile trincerarsi dietro un “la retribuzione verrà commisurata all’esperienza del candidato”, che è una bella bestialità per dire che risparmierete fino all’ultimo centesimo, con grande sprezzo del candidato.
Infatti:
"Le aziende non vogliono possibili nuovi dipendenti informati... perché più il dipendente è informato, più è difficile negoziare un risparmio di qualsiasi tipo", ha detto. "C'è sicuramente una mentalità secondo la quale il compito del reclutamento e dell'assunzione è quello di portare la persona migliore a non un centesimo in più del necessario. E il modo migliore per farlo è non dire quanto si ha effettivamente a disposizione".
Anche nell’ambito del Gender Pay Gap, una delle difficoltà percepite è appunto non sapere quanto prendono i colleghi. Se non si ha un metro di paragone, è complesso capire quanto e se si viene pagati meno. In generale, in Italia c’è molta ritrosia nel parlare del proprio salario, come se una qualche invidia sociale potesse, come mannaia, estirparlo. In genere l’alto-borghesia ritiene pervasiva l’invidia sociale, e la combatte. Chiaramente, con lo stesso zelo non combatte l’ingiustizia sociale, ma questo è un altro discorso.
Una maggior trasparenza a livello di salari anche in ufficio potrebbe essere un primo passo per sdoganare la RAL. Prima nel costume, nell’uso, poi magari si arriverà anche a vederla nelle proposte di lavoro.
Una RAL manifesta, è una RAL che ha più possibilità di essere giusta. Una RAL nascosta si presta a tante piccole cose molto italiane.
Pensateci un attimo, calcolatevi la RAL, e fate catena con le persone vicine, perfino in questo lunedì
p.s.
il titolo è preso da questa poesia:
Ti ho nascosto a lungo,
come il ramo tra le foglie
il frutto che tarda a maturare,
e ora fiorisci ai miei occhi
come sullo specchio della finestra d’inverno
il fiore giudizioso del ghiaccio.
E so già cosa significa
quando posi la mano sui capelli,
e custodisco già nel cuore
il movimento della caviglia,
e il bell’arco delle costole
che ammiro con distacco,
come chi s’è riposato
su tali meraviglie che respirano.
Eppure nei miei sogni
spesso ho cento braccia
e come un dio in sogno
ti stringo nelle mie cento braccia.
Miklós Radnóti