La cosa più difficile sul lavoro sono gli altri 🤦🏻♂️
E la nostra capacità di andare oltre i pregiudizi.
Ciao buongiorno a tutte e tutti,
l’altro giorno parlavo di alcune situazioni con uno dei big boss della mia azienda, uno che di relazioni e di mondo del lavoro ne sa qualcosina più di me, e mi diceva: “Quindi, Luca, mi stai dicendo che è complicato relazionarsi con gli altri”. Ed era vero: tergiversavo, ci giravo intorno, però stavo parlando di quanto faccio fatica a relazionarmi in maniera trasparente, seria, in focus e nello stesso tempo rispettosa con gli altri.
Mi piace fare tipo Silver Surfer, un casino fisico.
Di base io sono abbastanza simile e pacificato con come sono quasi ovunque: straparlo ovunque, strabordo quando mi va (quasi sempre), esagero, dico esagerazioni, mi diverte l’umorismo di tutti i tipi (ripreso da mio nonno, che ha tirato fuori le sue migliori battute ai funerali e durante le cariche della polizia allo stadio), mi diverto, mi piace ridere, cazzeggiare e spesso non riesco a rimanere serio per tutta la durata di un meeting di team, in cui mi comporto un po’ come in famiglia, temo. Qualche volta l’ho pure pagata:
Questo vale per gli amici, i colleghi, i colleghi amici, la famiglia, un po’ tutti. Solo che questo non può valere, non sempre, in alcuni meeting di lavoro molto operativi, o in quei meeting in cui devi-dire-cose-serie-una-buona-volta.
Solo che certe volte non può andare così: lavorare mi impone una dose di serietà, e cerco di avere una relazione orizzontale ma trasparente, il che mi porta anche a dire cose non comodissime, oppure non facilissime da digerire.
Mi difendo dicendo che la trasparenza e la verità è importante, ma non è sempre così. I confini di cosa sia tossico, complicato da digerire, duro, sono personali, e bisogna fare pace, parlando a più persone insieme, con la possibilità che la trasparenza diventi ingerenza, o peggio sia offensiva, o pesante da mandare giù. Per me non è facile: mi piace essere il re della festa, il festeggiato e fare il giro dei tavoli ridendo tipo matrimonio, meno essere impopolare.
Mi sono sempre ritrovato in questi versi di Pasolini, dedicati alla Callas
ma al posto dell’Altro per me c’è un vuoto nel cosmo un vuoto nel cosmo e da là tu canti.
Per colmare questo vuoto nel cosmo ho costruito, ho finto, ho mentito a me stesso, ho tirato sassi e mi sono appartato nei parcheggi e ho fatto buon viso a cattivissimo gioco. Alla fine però, crescendo, anche coi buchi interiori si può fare pace (o si può rimanere ragazzini per sempre). Farlo sul posto di lavoro, che è un ambiente artificioso per antonomasia, che costringe X persone in X spazio, in alcuni task, a gerarchie e prassi e stipendi e calcoli, è più difficile, un esercizio continuo.
La vita sul posto di lavoro può essere una lunga e lenta dissolvenza come la vecchiaia (qui un articolo molto bello sul tema), se le relazioni sono sbagliate, inesistenti, o troppo poco umane. Il problema del mio umanesimo personale è che esistono gli altri, e gli altri spesso hanno gradi di evoluzione, crescita, compiutezza, rodimento, fisicità infrante o dubbi o complessi o repressioni che non capisco.
COME FARE A SCENDERE A PATTI CON GLI ALTRI 👂🏻
Prima cosa: se è vero che non possiamo piacere a tutte e tutti, e dobbiamo farci pace, è anche doveroso alzare il nostro livello di sensibilità, attenzione, forza, capacità di empatia, di dialogo, di convinzione e persuasione. E per farlo, non dobbiamo cadere nella trappolona dei conservatori, di tutti quegli uomini che, pur di conservare privilegi, difendere trincee o non ammettere limiti cominciano a ciarlare così: EH, ORA E’ TUTTO TOSSICO, ORA NON SI PUO’ DIRE NIENTE, ETC ETC. Veniamo da ambiti contaminati: per decenni abbiamo accettato e continuiamo ad accettare donne discriminate, famiglie senza supporti, figlie bullizzate da maestre di ginnastica, ambienti calcistici malsani, corruzione nello sport, imbrogli, schifezze. Dobbiamo dircelo: per andare avanti, dobbiamo scendere in questo schifo che abbiamo tollerato anche di noi stessi, dei nostri pensieri, delle nostre concezioni egoistiche e capire che sono, appunto, roba egoistica e a volte lobbistica. Difendiamo il nostro, perché è l’unico mondo che conosciamo.
Scendere a patti con gli altri significa pensare che esiste la possibilità di avere torto e farci i conti. Senza farsi bloccare, ma senza sembrare un cazz di dio padreterno sceso in terra giudicante tutto e tutti. Giudicante noi stessi, giudicante gli altri. Pieno di pregiudizi.
In questo, che è in maniera incontestabile il pezzo del giorno 💎, si cita Daniel Kahneman, premio Nobel e scienziato sociale:
"Tutti vorremmo avere un campanello d'allarme che suoni ad alta voce ogni volta che stiamo per commettere un grave errore", scrive Kahneman, "ma nessun campanello del genere è disponibile".
Di Kahneman ho letto Pensieri lenti e veloci, e racconta molto di come si muove - pigramente direi - il nostro cervello. E di come sia pieno zeppo di pregiudizi (tutti siamo pieni zeppi di pregiudizi, alcuni super radicati, 100 dei quali almeno, dicono gli scienziati sociali, sono veramente molto dannosi).
Quando parlo con una persona, provo ad ammantarla di pregiudizi sì, ma positivi.
Si tratta di un consiglio semplice ok, ma è un buon consiglio.
Si tratta di un buon esercizio: mi rende un po’ credulone, ma mi fa voler bene ad alcune cose di quasi tutti quelli con cui lavoro. E questo mi facilita: mi impedisce di cadere ij alcuni miei bias passati (tipo “tutti quelli che non sono al primo banco con me, sono delle schiappe”) e mi fa convivere bene con persone diverse.
In particolare con persone timide: io non sono più timido, in passato lo sono stato molto (o meglio, ero pieno di complessi, e quindi sembravo timido) e quando ci si riconosce è ancora più difficile evitare pregiudizi e giudizi affrettati.
Cito da questo pezzo, altro 💪🏻:
Riconosci che il tuo hardware biologico non ti sta esattamente preparando per il successo. Ho brutte notizie per te riguardo al tuo cervello: non sai bene cosa sta combinando. Potrebbe sembrare ridicolo. Ma in realtà, ci sono un sacco di cose che il tuo cervello fa senza il tuo controllo cosciente, tutto, dalla respirazione alle associazioni in frazioni di secondo tra le cose. E quelle associazioni non sono sempre buone. Ci sono molte ricerche in psicologia che dimostrano che quasi tutti nel mondo hanno quelli che vengono chiamati "pregiudizi impliciti". Queste sono idee e associazioni che raccogliamo dal mondo che ci circonda senza nemmeno conoscerle. "Il modo più rapido per definire quale sia il pregiudizio implicito [è] dire che è l'impronta digitale della cultura nel tuo cervello", afferma Mahzarin Banaji, professore di etica sociale all'Università di Harvard.
Ecco anche la classica lista di consigli per avere una maggiore flessibilità mentale. Avrete capito: il problema sono gli altri, ma l’unico cavolo di modo per arrivare a sporcarsi le mani insieme agli altri è partire da noi.
Nota a margine sul saper giudicare gli altri: avere raziocinio tale da sviluppare un pensiero critico ed esprimerlo è una cosa che ammiro, è così raro (scherzo, ma manco troppo).
I 4 consigli promessi:
Sii curioso
Stai calmo
Circondati delle persone giuste.
Se tutto il resto fallisce, prova l'ayahuasca?
Questo fa ridere: secondo alcuni studi, una bevanda sudamericana ha la capacità di modificare le connessioni tra le reti cerebrali, specialmente due chiave: la parte che influisce sulle sensazioni corporee e la parte che influisce sulla motivazione e sull'affetto.
Ok, magari eviterei le bevande psicoattive, prima potremmo provare a bere meno caffè, fare più esercizio fisico, e considerare che il mondo degli altri non è il nostro mondo, che il carico degli altri non è il nostro carico, e in definitiva, anche se non sono al primo banco, non è detto che gli altri siano peggio di noi.
Buona giornata, gente dell’ultimo banco, alla prossima
Un po’ di cose esclusive per voi che siete stati e state così grandiose e grandiosi da darmi fiducia:
Prima di rispondere, dovremmo sempre considerare la possibilità opposta MOLTO SERIAMENTE 😞
Ci sono alcuni modi per capire come riconoscere un pregiudizio 🔮
Ci sono però alcuni modi di ragionare e giudicare che andrebbero incoraggiati 💪🏻
Se non avete ancora letto “8 montagne”, da cui è stato tratto uno splendido film, dovreste recuperarlo.
Buona giornata!