I papà che lavorano da casa 🧸
In America la narrazione di alcuni giornali parla di loro, in Italia il congedo parentale viene esteso ma poco - e quello facoltativo praticamente non viene utilizzato. Connessioni e sviluppi.
Potrei partire da questo video, che ha spopolato durante il lockdown, del “Bbc Dad”. Parliamo di Robert Kelly, in collegamento in streaming da casa sul canale più importante Uk, che non si accorge - all’inizio - dell’irruzione dei figli in diretta.
Figli ripescati al volo dalla moglie (si potrebbe aprire un capitolo a parte sul razzistissimo pensiero elargito a piene mani da molti giornali che fosse la tata quella, ma ok, altro discorso).
L’analista poi nel 2020, a marzo, è tornato in diretta sulla Bbc con tutta la famiglia, ed è stato salutato con un “Grazie per essere con noi in diretta, è bello vedervi così felici di essere in tv, d’altronde non è la prima volta”. Molto 🇬🇧.
Sarebbe un approccio piuttosto comune, devo dire, anche personale: i miei figli, colleghi, team leader, manager lo sanno bene, hanno una decisa propensione ad interrompere in maniera variopinta tantissime call. Si tratta di un’esperienza comune a tantissime mamme e tantissimi papà, non solo riservata a chi è in diretta sulla Bbc.
Per inciso: che feedback ricevi dai tuoi manager in casi come questo? I miei ci tengono davvero a farmi sentire del tutto in comfort zone, anche quando mia figlia impazzisce in diretta o sbatte contro qualche spigolo e devo alzarmi di corsa. Mi è stato detto mille volte, di fronte al mio imbarazzo, “NON ESISTE NESSUN PROBLEMA, SERIAMENTE”. E questo certifica direi una differenza tra alcuni manager ed altri. 🆒
Anzi, forse il motivo per cui ci è piaciuto tanto è proprio questo: ci siamo sentite e sentiti rappresentati.
Siccome da poco - sabato scorso - abbiamo festeggiato la festa del papà, volevo cercare di capire come questo ruolo è stato re-inventato con il lavoro ibrido, o da remoto. Se lo è stato. E non sempre lo è stato.
DISPARI ✂️
Piccolo riassunto: le donne vengono tutelate meno.
Partiamo da questa notizia, cito testuale:
I padri lavoratori dipendenti possono fruire stabilmente di dieci giorni di astensione dal lavoro, anche non continuativi, nei primi cinque mesi di vita del figlio
Dal 2022, a seguito delle modifiche apportate dalla legge di Bilancio, l’indennità per il congedo di paternità dei lavoratori dipendenti diventa una misura strutturale e non necessiterà più di un rinnovo annuale
Parliamo di un tema 💥: nei primi giorni di vita del nascituro - per inciso quelli più complicati per i neo-genitori, fino a quelli successivi - chi rimane a casa con lui?
Chiudi gli occhi, immagina: la mamma, quasi sempre. E la politica italiana ha deciso di non esporsi: ha lasciato invariato il numero dei giorni di paternità, 10. Si parlava di estenderne la durata fino a 90 giorni, non se ne è fatto nulla.
E questo tema impatta enormemente sulla gender equality nel mondo del lavoro, a partire dal colloquio: secondo un sondaggio di Ey-Swg nel 50% dei casi le donne si sentono ancora chiedere se intendono avere figli. Per inciso, è una domanda illegale.
Non è solo questo il punto: se anche la donna riuscisse a superare lo scoglio del colloquio, si troverebbe comunque in una situazione delicata. In Italia ci commuoviamo di fronte ad un’azienda che assume una ragazza che dichiara al colloquio di essere incinta, e facciamo bene: è un caso talmente raro che è tipo vedere un unicorno, una roba da spezzare il cuore.
Le chiamano caregiver familiari, perché non si occupano solo dei figli: chi ha genitori anziani, o malati, sa benissimo che di fatto rappresentano una priorità, e la gestione spesso di nuovo se la sobbarcano le donne.
In Europa le buone pratiche esistono eh, ovviamente, ma ci ricordiamo dell’Europa solo per parlarne male o per difesa comune. Alimento un po’ il mito del welfare scandinavo, cito da questo articolo di Elle:
In Norvegia per esempio i papà possono beneficiare di quasi un anno di congedo con 46 settimane pagate al 100% o 56 settimane all’80%. Si tratta di 12 settimane per la mamma, 12 per il papà e il resto da dividere fra i due.
Nella vicina Svezia ogni genitore ha diritto a 12 mesi di congedo da condividere, ma sono obbligatori almeno due mesi a testa.
In Danimarca c’è ancora una certa differenza tra il congedo concesso alle mamme e quello per i papà, su un totale di 52 settimane infatti, 2 sono del papà, 14 della mamma, il resto da spartire in modo equo.
In Spagna “dal 1 gennaio 2021 infatti i giorni di congedo sono equivalenti per entrambi i genitori. Sia le mamme che i papà hanno diritto a 16 settimane, pagate al 100%”.
Sono solo esempi, ma se dovete trovare il tempo per un solo articolo tra quelli che vi consiglio oggi, questo è quello definitivo, e ringrazio molto Nonna Salice di avermelo condiviso. Vi potete fare un’idea piuttosto sconfortante di quanto siamo indietro, anche su questo tema.
Articolo 💎👇🏻:
https://fmpglobal.com/blog/paternity-leave-all-over-the-world/
I benefici per i papà in casa eppure sarebbero innumerevoli, cito da The Atlantic:
For men, the benefits of taking time off work after the birth of a child are well documented. Dads who do it have, for instance, been found to be more involved in their child’s first five years and to have a better relationship with their child at age 9.
There’s also evidence that they’re more likely to take on a larger share of future housework and less likely to get divorced within 15 years.
Richard Petts, un sociologo della Ball State University che ha svolto ricerche sul congedo di paternità, spiega: "Sebbene ci sia il pregiudizio che le madri siano genitori 'naturalmente' migliori e semplicemente 'sappiano già' cosa fare, la realtà è che nessuno sa davvero cosa sta facendo quando porta a casa un neonato dall'ospedale. Il congedo di paternità offre ai padri un periodo di tempo per capire”. Come diventare padre.
Will Media su LinkedIn racconta una realtà purtroppo ben definita in Italia:
Non solo, questa grafica è pure peggio:
Ovviamente alla scelta di usufruire del congedo parentale contribuisce il gender pay gap: se vieni pagato di meno, sarai tu a doverti sacrificare. Un’ottica di sacrificio assoluto che viene associata alla genitorialità e che dovrebbe terminare al più presto, per tanti motivi non banali (o almeno tornare ad una dimensione realistica).
Anche se a volte ne parliamo così anche perché i fattori esterni che dovrebbero aiutare non lo fanno, e molto spesso i genitori si sentono abbandonati. Dalla società, dallo stato, perfino dal parentame e dagli amici. Il tema è ampio, non è la newsletter giusta per parlarne, ma teniamolo a mente.
Partiamo da qui, ma in realtà il tema si allarga. I papà di cui sopra, nel resto del mondo, come percepiscono il proprio ruolo, legato al mondo del lavoro?
Il futuro dei papà e del lavoro ❤️🩹
Riassunto: re-inventare il mondo del lavoro vuol dire inventare di nuovo le famiglie
Un papà piuttosto giovane, in un bel pezzo di The Guardian, afferma: “I’ll be honest, all my dad friends share the same view, lockdown has been an absolute blessing in terms of spending time with our children, and seeing them grow and develop. I have no hankering to get back to the way it was before.”
In soldoni: il tempo speso con i figli - di qualità si spera - è aumentato in maniera importante grazie alla pandemia. In assenza di mascolinità tossiche, relazioni insane, o altro, diciamo in un contesto famigliare sano, il tempo speso con i figli è cambiato, come è cambiata la routine lavorativa.
Ann Francke, la chief executive del Chartered Management Institute (CMI), in questo pezzo dice una roba decisiva:
“Fathers are vital to progressing gender equality for mothers,” she added. “Without progress for fathers at home there can’t be progress for mothers at work, they are two sides of the same coin.” 💝
Senza i padri che stanno a casa in maniera sana, attiva, vitale, sarà piuttosto difficile per le donne progredire nella loro carriera o anche solo averla, una carriera. Two sides of the same coin.
I momenti di crisi accelerano movimenti in precedenza appena percepiti, spiega Adrienne Burgess, joint chief executive del Fatherhood Institute:
“For example, before the second world war women were gradually moving into the workplace and the war pushed that on – and I think we are witnessing a similar thinking in men’s involvement in childcare”.
Si tratta di uno shift necessario, e dovuto.
In un altro articolo altrettanto forte della Bbc viene esplorato un altro versante: cosa succede ai bambini che ci vedono lavorare da casa? Come interpretano questo cambiamento epocale, e come li sta cambiando, e sta cambiando la loro relazione con i genitori?
Ci sono dei versanti negativi, ovviamente. Le bimbe e i bimbi sono esposti a tutte le fasi di una giornata lavorativa: quelle negative, quelle orrende, perfino tristi, quelle bellissime. Tutte. E questo non può che avere qualche effetto nel modo in cui guardano il mondo, e ci guardano.
I nostri device - pc, cellulari etc - specialmente se aziendali, assorbono la nostra attenzione, a volte molto più del dovuto, e molto oltre gli orari dovuti (ne abbiamo già parlato). E le bimbe e i bimbi, che sono spugne di attenzione, ne hanno bisogno e voglia, chiaramente ne risentono. ❌
Ma è indubbio, nello stesso tempo, che i benefici siano pazzeschi se la situazione viene letta a dovere: i papà che lavorano in un contesto senza rigidi regolamenti orari, meglio ancora se per obiettivi, possono realmente sfruttare un tempo di qualità migliore e maggiore con i figli e le figlie.
Non solo: i bambini che osservano un papà che affronta in maniera positiva o col sorriso il proprio lavoro sembrano assorbire una speciale passione per fare le cose bene, e con il sorriso. 💯
Cito:
“It can be so valuable and important for kids to be present and see their parents navigating the values and engagement in their work,” agrees Kim Ferguson, dean of graduate and professional studies at Sarah Lawrence College in New York. A child observing a parent’s positive work ethic can also be a strong influence throughout their life, at multiple stages, adds Tricia Hanley, director of Sarah Lawrence College’s Child Development Institute.
Se la nuova situazione ibrida, o full remote, nel campo del lavoro sembra per ora reggere, e in Italia ha subito uno spostamento temporale in avanti - non scadranno dopo il 1 aprile tutte le agevolazioni dello smart working (un chiaro segnale che tutti sanno benissimo che la transizione verso “la normalità” in molti posti di lavoro è un folle ritorno ad uno status quo pre-pandemico) - potrebbe tornarci utile qualche info sulla “segmentazione”. Che cosa significa?
per esempio che è doveroso se possibile circoscrivere con cura lo spazio del lavoro del papà e della mamma (se mamma è qui, sta lavorando) e quello della vita comune
Altrettanto importante è creare una routine, o tante routine, legate all’inizio e alla fine dell’attività lavorativa, di fronte ai bimbi e alle bimbe
Sarebbe sempre bello parlarne, del proprio lavoro, anche con la prole. Serve, servirà, e strutturare un dialogo è un fattore determinante nella crescita dei bimbi e delle bimbe
Stay at home ✅
Negli Stati Uniti si parla molto di questi papà “stay at home”, ma partiamo da questo (poco) simpatico sondaggio pre-pandemia:
A 2013 Pew Research Center survey found that while 51 percent of Americans think a child is better off with a mother at home than in the workplace, only 8 percent say that a child is better off with a stay-at-home father.
Da questo sondaggio ad oggi, le crisi avvenute - e che stanno avvenendo - hanno ridefinito il ruolo dei papà? Dovrebbero.
In America, a fronte delle 10 settimane che le donne si prendono per la nascita di un bimbo, solo 1 viene presa dai papà. La pandemia ha modificato, inizialmente ed in parte, questa percezione:
“I realized that I needed to be more involved in my kid’s life”, confessa un papà a The Atlantic, in questo interessante pezzo.
Cito, la questione non riguarda solo la cura dei figli: “Uno studio su coppie di sesso diverso ha rilevato che la quota di genitori che hanno riferito di aver diviso le faccende in modo relativamente uguale è aumentata dal 26% prima della pandemia al 41% nell'aprile 2020. (era leggermente diminuita, al 39%, da un più recente check-in lo scorso novembre.)”
In questo studio di Harvard, 1 padre su 2 dice che, dopo la pandemia, il suo legame con i figli si è rinforzato. Il tempo extra passato con i figli, il tempo di qualità passato con i figli, ha avuto un impatto positivo, nettamente. Non è la pandemia: è il lavoro da casa. Lo stare a casa, anche. 🛗
I benefici di un papà a casa sono tantissimi: dalla relazione più forte e consapevole coi figli, fino a una maggiore profondità nel ridefinire norme sociali che tutti pensiamo obsolete, ma che poi quasi nessuno nella pratica smonta coi fatti.
Per chiudere: "Molti papà stanno davvero ripensando il proprio concetto di lavoro", ha detto Milkie sui padri che ha intervistato per un progetto di ricerca sulla genitorialità durante la pandemia.
"Non vogliono tornare a certe cose: il pendolarismo, la mancanza di flessibilità".
Tutto molto bello, ma non bisogna dare niente per conquistato. Anzi. Attenzione: un articolo più recente sottolinea come “il ritorno allo status quo”, evangelizzato da molti datori di lavoro, per molti nuclei famigliari significa appesantire di nuovo ciò che grava sulle spalle delle donne. Un altro ottimo motivo per cambiare.
In contesti famigliari sani, una divisione equa del lavoro potrebbe continuare dopo la pandemia se il lavoro a distanza dovesse un'opzione, perché questa sarebbe la struttura che consentirebbe ai papà di trascorrere del tempo con la propria famiglia nel modo in cui desiderano; allo stesso tempo, anche legare il lavoro ad una concezione più profonda e matura della maternità e del ruolo delle donne in azienda sarebbe fondamentale, perché, alla fine, "l'uguaglianza a casa è strettamente legata all'uguaglianza sul lavoro".
Ed è strettamente connesso all’evoluzione stessa del mondo del lavoro. Ammesso che si cerchi e si desideri e si voglia e si lotti per questa evoluzione.
Chiudo con questo bellissimo pezzo, a cui rubo l’immagine, che racconta come:
But under ordinary circumstances, when we leave our comfort zones of self-care and seek to serve others instead, we can find greater happiness.
Prendersi cura, sacrificarsi perfino, ma nello specifico allargare il campo delle proprie responsabilità da quelle meramente lavorative a quelle di coppia prima, di famiglia poi, è un ottimo modo per essere felice. Che non è una roba banale. Vale per i papà, ma non solo.
Buon lunedì, e grazie