In un contesto sempre più liquido, spesso contro-intuitivo, le aziende dovrebbero ripensare quasi tutte le cose che hanno sempre fatto. Sono un cultore del progresso processuale produttivo, cioè rivedere i processi in maniera proficua e continua: siamo in un momento storico in cui rivedere ed analizzare di nuovo da capo i nostri processi - più che produttivi, mentali - può fare tutta la differenza del mondo.
Quasi ovunque avrete letto articoli a bizzeffe su come inventare nuovi uffici, nuove modalità lavorative, abbiamo speso più di qualche parolina qui su come gli stessi manager e le stesse manager dovrebbero rivedere alcuni schemi mentali a cui sono felicemente aggrappati.
Il tema caldo di cui parliamo in questa questa newsletter però è un altro: cosa dovrebbe fare l'azienda in questo contesto? E soprattutto, come può rinfocolare la sua funzione attrattiva? Posto che per molti il lavoro - e sceglierlo - è un privilegio quasi, o così viene visto e proposto in maniera tossica, come si attraggono le persone giuste, quelle di vero talento, di capacità tecniche indubbie, quelle contese e da più parti apprezzate? 🥰
Non è solo una questione di 🏡 o ufficio: la modalità di lavoro ibrida dovrebbe essere il primo passo - necessario e spesso fin troppo faticoso - magari seguendo questo articolo, prima e per creare nuovi benefit.
Per inciso: il 54% dei lavoratori US vorrebbero una modalità di lavoro ibrida, secondo una ricerca di Randstad. Uno su due. Un po' troppi, per sottovalutarli.
Ma che cos’è un benefit? Prendo dagli amici della Treccani (non siamo amici, però un po’ non vorreste essere loro amici? Fanno molto bene sui social, se vi capita fateci un giro):
Prima di parlare di benefit, o per introdurre l'argomento, vorrei partire da Emma. Che non è solo una mia amica francese, ma un’app di Money Management il cui founder è Edoardo Moreni, una delle poche persone al mondo che mi fanno sentire molto stupido (non è vero, sono molte, ma ok).
L’app permette di controllare praticamente tutta la vita finanziaria e dal punto di vista lavorativo Edoardo sta sperimentando una modalità full-remote. Ne parliamo un attimo con lui, per cominciare ad inquadrare il tema benefit:
1) Che tipo di concezione del lavoro avete ad Emma (ibrida, full remote) e come siete organizzati? Se full remote, quali sono per te i pro irrinunciabili e i contro?
Io e Antonio, il mio co-founder, abbiamo lanciato Emma in UK nel 2018 dopo aver racollot £500k di investimenti. Inizialmente abbiamo aperto un ufficio a Liverpool Street dove abbiamo assunto i primi 5-6 dipendenti.
Con il Covid abbiamo deciso di chiudere l'ufficio e spostarci su "remote only". Al momento abbiamo dipendenti in Inghilterra, Irlanda del Nord, Italia, Ungheria e Russia. Il lavoro è goal oriented quindi non abbiamo bisogno di tracciare orari, e spesso i dipendenti si ritagliano i propri spazi (alcuni iniziano a lavorare nel pomeriggio). Con il remote, non c'è nulla di diverso. Il cambiamento principale è la fiducia data al dipendente (e zero manie di controllo).
2) Tema benefits: in modalità full sono decisivi, o le variabili che ti differenziano da altre aziende (e quindi spingono le persone a lavorare con te) sono altre?
Per noi il benefit / appeal principale è il prodotto. Gli ingegneri, in particolare, vogliono lavorare su progetti interessanti che hanno alto potenziale di crescita. In secondo luogo, diamo a tutti options sul base salary e non tracciamo i giorni di ferie.
É vero che molte aziende cercano "differenziazione" offrendo il succo di cocco o gli sleeping pods (vedi Google), ma la maggior parte di queste aziende sono corporate. Il lavoro in una corporate, spesso e volentieri, risulta ripetitivo e "noioso", quindi lo bilanciano con diversi perks.
3) Un benefit che ancora non esiste ma pensi sarà la normalità entro 1 anno?
La 4 days work week, un weekend lungo di tre giorni. Alcuni lo stanno gia sperimentando in UK.
Domanda bonus: la condizione/il benefit più strano che hai chiesto, ti hanno chiesto, hai sentito in giro.
4) Spesso e volentieri non sono neanche troppo strani ma inadatti al "ruolo" specifico del dipendente, ad esempio soldi per andare a sentire conferenze, telefoni da usare per vita personale e altre allowance.
Edoardo mi permette di lanciare alcuni temi. Quello dell’ufficio, ad esempio. Avere gente in ufficio vi serve (ne abbiamo già parlato, ma vi ricordo che serve, in qualche modo, sicuramente a qualcuno)?
Prima di tutto ripensate l’ufficio. In questo articolo una workplace technologist (ho dovuto googlare per sapere cosa fosse), Nadjia Yousif, ha tracciato 5 cambiamenti principali:
Ridisegnare gli uffici per connettere le persone.
Cito testuale:
That could include, for example, dining options so workers can grab lunch with a colleague, or casual meeting areas for one-on-one mentoring sessions.
Qui dice quello che vado sostenendo al bar, nella newsletter, tra me e me quando mia figlia piange di notte:
She adds that the office will remain crucial for onboarding new hires so they can meet some of their colleagues in person and get a feel for the company culture through its physical presence.
Supportare le nuove assunzioni e gli incontri casuali
Cito di nuovo:
Encouraging spontaneous interactions, even virtually, can help with some concerns that remote work stifles collaboration.
E le altre 3 le trovate sull’articolo. 📚
Altro benefit: se pensate ai buoni pasto ok, ma ne parliamo dopo. In America le startup più cool si interrogano: al ritorno in ufficio, ci saranno gli snack?
Dalla birra offerta il venerdì sera al cornetto - per noi, per loro i donuts credo, a proposito, qui un’appassionante guida di Yelp su dove trovare i migliori stato per stato negli USA - proposto il lunedì mattina per chi si avventura in ufficio quest’oggi, l’azienda dovrebbe considerare queste micro-spese come investimenti, non soldi buttati dalla finestra. Contribuiscono a creare un ambiente di lavoro sano, creano connessioni lavorative.
La connessione, l’amicizia-sul-lavoro è un vantaggio determinante di cui nessuna azienda dovrebbe fare a meno. Anzi, dovrebbe incentivarle: dai tornei di calcetto, al trekking condiviso, alle giornate di volontariato, per il 77% dei dipendenti avere una relazione stretta con i colleghi è fondamentale per amare il proprio lavoro. 🫂
La pratica di istituire un buddy per ogni nuovo ingresso in azienda, cioè di un tutor non formativo che ha il dovere e il piacere di introdurre, presentare, far giocare a pallone o far ciaspolare le nuove e i nuovi dipendenti, è un buon inizio. Ma dovrebbe essere la base di una cultura inclusiva. L’amicizia sul lavoro è un valore che va incoraggiato, non disincentivato. L’amicizia, ho detto.
Vi lascio altri spunti in questo appassionante articolo, ma davvero la creazione di un rituale continuo che aiuti a stringere i rapporti dovrebbe essere un valore fondante. Si tratta di quello che raccontiamo più volentieri del nostro lavoro agli altri: e la narrazione, non bisogna mai dimenticarlo, è quello che ha permesso al Sapiens di scalare rapidamente la catena alimentare. Senza, siamo più o meno come i bonobo. Forse più auto-distruttivi, perfino.
Si potrà fare in ambito Covid? Certo, con le opportune precauzioni. Dovremmo prendere esempio dalle feste dei bimbi: oramai si svolgono tutte con dei mini-pacchetti di cibo personali, che le mamme o i papà organizzatori distribuiscono agli invitati. In questo modo si evitano le file, le mani nello stesso contenitore, e Dio solo sa quali altre possibilità di diffusione del virus e in generale di poca igiene. Ecco, magari non proprio come fanno qui, parecchio pre-covid come approccio direi:
Questo crea un benefit che non sia il solito buono pasto. Il buono pasto. Apriamo questo capitolo: la modalità ibrida dovrebbe prevedere ovviamente la volontà immediata di attribuire il buono pasto anche a chi lavora da casa.
Se ancora non lo distribuite in tal senso, dovreste considerare seriamente l’idea che il buono pasto da forse un decennio non è più connesso alla mensa in ufficio, al pranzo fuori, ma è di fatto un benefit da aggiungere allo stipendio. Chi prende 1400 €, sa che però avrà 100 euro di spesa pagata, adocchiando il giusto supermercato che li accetta con generosità. Non distribuirli più vi fa fare brutta figura, tra l'altro:
Se vi pare poco, forse dovreste ricordarvi come si vive con poco più di 1000 € di stipendio. Un memorandum mai banale.
Comunque, al netto di questa piccola parentesi, stare a casa ha i suoi vantaggi? Crea un ulteriore benefit.
Vantaggi, benefici: aumentare il numero dei vantaggi vorrà dire mettere qualcosa sul piatto della bilancia di un ambiente lavorativo sano. Testimoniano attenzione, cura, amore (scusate, l'ho detto, sono un romantico).
La nuova normalità è un cocktail di nuovi stimoli, nuove modalità, capacità di intercettare i bisogni dei dipendenti e creare nuovi stimoli. 🍸
Non solo: la cura e l’attenzione sono sempre più al centro del vangelo lavorativo.
In questo articolo glamour di Vanity Fair che dimostra quanto anche gli stessi dipendenti abbiano le idee poco chiare su cosa vorrebbero nel 2022, e come bisognerebbe creare un contesto più sano.
Vi metto in grassetto gli unici che ritengo decorosamente diversi dal solito (le faccine sono i miei commenti), il resto sono innovativi quanto la mentalità di alcuni manager:
1 – Premi immediati (36%) 👌🏻
2 – Buoni pasto (30%) 😘
3 – Bonus a lungo termine (24%) 😍
4 – Assicurazione medica (23%) 😏
5 – Mensa aziendale (23%) 😩
6 – Benefit finanziari (es. fondo pensione, assicurazione sulla vita) (22%) ✌🏻
7 – Agevolazione per gli abbonamenti dei mezzi pubblici (20%) (avrei preferito car sharing ndr💥)
8 – Programmi di formazione per i lavoratori (20%) 😌
9 – Flessibilità lavorativa (17%) 😳
10 – Macchina aziendale (17%) 😴
Le mense, dai, nel 2022, vabè.
Al netto del car sharing, cosa manca in questa lista? Guardare oltre, o in alto. Facciamo un gioco: rifacciamo la lista. Faccio io andando veloce:
Bonus car sharing, utilizzo bici o mezzi per andare a lavoro
Buono pasto sia a casa sia in ufficio
Buono postazione co-working
No orari lavorativi, lavoro per task giornalieri.
Settimana corta (uh, se ne parleremo)
Task extra (non dico straordinari apposta) retribuiti
Bonus team's goals (per tutt*, a tutti i livelli)
Bonus su obiettivi aziendali
Bonus su singoli task decisivi
Formazione a T (copiata da Larin Group, agenzia che conosco e apprezzo perché lavorava con un immenso partner di una mia vecchia azienda) ovvero orizzontale sulle proprie competenze ma anche verticale e contaminante.
Non ci metto le cose di welfare (asili nidi convenzionati, baby sitter aziendali, etc), perché sennò vi faccio diventare come questo tizio:
Aggiungo un’altra cosa: se l’azienda dà la possibilità di lavorare da casa, non può limitarsi a concedere un personal computer e al limite un cellulare aziendale (sì, dovreste provvedere in tal senso, soprattutto perché certe micro conversazioni NON dovrebbero avvenire dopo l’orario di lavoro sul proprio cellulare personale).
Rivisitare lo spazio casalingo con i consigli e gli stimoli e l’investimento concreto della propria azienda dovrebbe essere un must.
Come lavorano le persone da casa?
Incentivare le persone ad utilizzare postazioni ad hoc, investire in sedute ergonomiche e in schermi e in tutto quello che ritenete sia molto utile per l’ufficio casalingo rappresenta un upgrade di attenzione. Un benefit. Anche l'attenzione plus nei confronti del dipendente è un benefit. Se non siete cablati in tutte le zone di casa, potreste richiedere al vostro datore di lavoro, ad esempio, una Powerline di qualsiasi marca (io uso queste di TP-Link, ma davvero sono quasi tutte buone) basterà una presa per portare Internet come-se-ci-fosse-ethernet in tutta casa, fondamentale per i meeting online. Pensateci, e diciamo tutti basta alle call spixelate per favore.
👏👏👏
Altro punto da sottolineare, altro spunto: i meeting async. In modalità connessa e ibrida, con orari di lavoro molto più flessibili, alcune big Tech come Twitter stanno varando una politica di meeting non sincronizzati.
Di fatto, lo dico soprattutto ai manager: stare 8 ore in call non migliora le vostre performance.
E vi leva tempo per la cura del team. 😮
Con alcuni tool - in questo articolo per esempio si parla di Slack - si possono di fatto sostituire i meeting con la condivisione di dati, impressioni, idee in uno spazio ad hoc, pensato per chi lavora a fusi orari diversi o semplicemente per chi sta stabilendo altre priorità rispetto a stare in meeting a sorbirsi lunghissime presentazioni che possono essere viste offline senza starsene in diretta appesi al tono di voce del relatore di turno.
Una vita senza meeting è possibile? 😱
Forse non del tutto, ma sono pronto a scommettere che l’80% dei meeting sia sostituibile con una robusta conversazione in chat, magari a tempo, con una fine già prestabilita. Twitter la pensa così:
"It doesn't mean everything has to be async," Christie said. "It just means that instead of everything having to be live, everything having to be a meeting — which doesn't work as well for distributed teams all the time — we want people to think async."
Anche il co-founder di Evernote (uno dei miei tool preferiti) suggerisce qui di ampliare gli orizzonti dei meeting, mixando tra modalità sincrona e asincrona.
Per chiudere, solo un piccolo consiglio al volo per farvi pensare sodo in questo lunedì: quale benefit sentite come necessario e irrinunciabile in questi tempi accelerati?
E voi, aziende, quali vorreste introdurre e considerate 💪?
Fatemi sapere, e buon lunedì 🤗
P.s. l'illustrazione è di Michelle Kwon per il Bloomberg Businessweek