Farsi una risata sul lavoro conviene?
La letteratura sul tema è piuttosto vasta, sembra difendermi ma alla fine occhio
All'ultimo meeting di team ho riso molto. Alcune colleghe sanno come farmi ridere, poi una volta che mi prende si abbassa notevolmente il livello di cosa mi fa ridere e mi viene da ridere per qualsiasi cosa, da quella super triviale alle espressioni al gioco di parole. Riso molto, e tutto è partito da una battuta che mi ha fatto ridere con un collega, e poi l'ecatombe. Comunque, sono pessimo e rido molto, d’altra parte se vi va di saperlo, anche Gesù rideva molto in ufficio, gli piaceva banchettare e ridere (ok, chiamare Gesù a difendermi non è il massimo, ma me la vedrò con lui all’ultimo giorno).
Mi piace lavorare facendomi qualche risata se riesco, adoro le colleghe e i colleghi con senso dell'umorismo, e apprezzo, ripeto, tantissimi tipi di battute, purché col giusto timing.
Sono convinto che perfino il black humour sia lecito: la penso come Ricky Gervais, il punto non è se la battuta offende qualcuno, ma se fa ridere. Funny is funny.
Lo diceva dopo aver appena fatto battute nell’ordine su un morto male, un malato terminale e credo anche un produttore piuttosto famoso finito in prigione in uno dei peggiori scandali recenti del mondo dello spettacolo, davanti a quasi tutti i suoi amici.
Gervais, per inciso, racconta sempre di quando ha riso da morire al funerale di sua mamma. Il fratello aveva raccontato al parroco episodi del tutto inventati e irrealistici e folli della vita della mamma. E il parroco li aveva appena ripetuti davanti ad una chiesa piena, mentre la famiglia rideva moltissimo, sapendo dello scherzo. Ok, anche Gervais mi difende, mi sento meglio.
Se non fa ridere non è scusabile, se fa ridere per me vale troppo la candela. Su questo non tutti saranno d'accordo, ma pazienza. Comunque, in generale c'è chi pensa che il senso dell'umorismo serva per farsi promuovere, e altri pensano che ti renda un miglior collega:
Non è l'unica immagine che mi scagiona (va detto, i nostri meeting di team sono molto friendly, e sono belli per quello), anche questa non è male, ridere:
Riduce le inibizioni,
Alza il senso di appartenenza
Può migliorare la salute mentale
Rilascia endorfine e riduce lo stress,
Riduce il dolore
Aiuta a formare relazioni.
Io sono abbastanza inguaribile: ho imparato il valore di saper ridere da mio nonno e mio zio, che trasformavano i pranzi in famiglia in robe ironiche, irriverenti, e spesso del tutto cialtronesche in una maniera che mi faceva sbellicare. Il timing perfetto, il gusto per la battuta o il racconto ben riuscito sono tutte skill che dovrebbero essere messe sul cv. Detto ciò, l’ironia e la capacità di ridere non vengono viste sempre del tutto bene. Anche perché io rido sobbalzando o cadendo per terra così, specialmente in call:
In passato il mio atteggiamento a volte un po’ ridanciano (non fraintendete, quando c’è da lavorare vado giù duro e mi piace pure, ma anche quando c’è da dire qualcosa di divertente non mollo niente) mi ha provocato pure esperienze spiacevoli, giuste – e meno giuste – cazziate e pure qualche ceffone duro.
A mia difesa c’è tanta letteratura, e pure questa ricerca che trovate qui → Humor boosts your credibility at work (and that’s no joke)
80 coppie di persone. 30 minuti di chiacchierata. Alla fine, la domanda: interagiresti di nuovo con lui in futuro?
Le persone con senso dell’umorismo hanno ricevuto tantissimi sì, molti di più di tutti gli altri. Vi vedo ora che pensate: ma è lavoro! Si tratta di una cosa seria! E un mio vecchio capo che diceva: posso prendere una birra con te, ma non puoi essere un mio collega.
Ora farò una cosa piuttosto brutta: chiamerò a mio difesa un Ted Talk. Ok, lo so, se avessi chiamato Sauron sarebbe stato meglio, ma in questo specifico l’umorismo sul lavoro viene chiamato “l’arma segreta”.
Oh, piccolo sottinteso: se non fate ridere, non sforzatevi di far ridere. Fate peggio. Però fatevi una sana risata, quella fa benissimo.
Il Ted Talk vale la pena, ci sono Jennifer Aaker, una scienziata del comportamento, e una corporate strategist, Naomi Bagdonas, e ci hanno pure scritto un libro. Per difendermi. Devo dire gentilissime.
Ancora più caruccia l’Università di Western Ontario che ha classificato i diversi tipi di umorismo. Sarebbero 4, due positivi e 2 negativi. Immagino non ci sia troppo bisogno di dire quali bisognerebbe usare sul posto di lavoro:
Cito, partendo dai due positivi.
Umorismo affiliativo. In questo stile, le battute non sono fatte a spese degli altri. L'idea è quella di far ridere tutti o almeno di farli sentire inclusi. Questo tipo di umorismo è destinato ad avere un ampio richiamo e non è incentrato su un bersaglio particolare.
Auto-esaltazione. Da non confondere con l'umorismo autoironico, questo tipo di umorismo è guidato dal desiderio di valorizzare se stessi concentrandosi sugli aspetti positivi. Si può usare questo tipo di umorismo quando si guarda al lato positivo di una situazione difficile o si condivide una storia con dettagli rivelatori e autoironici. Questo stile funziona come un buon meccanismo di coping perché invita al cameratismo e può anche ridurre la depressione e l'ansia.
Stili negativi di umorismo
Umorismo aggressivo. È facilmente identificabile come uno stile che mette in difficoltà gli altri, con la sensazione (errata) che ciò si rifletta positivamente su chi fa la battuta. L'umorismo aggressivo può creare divisione e sfiducia.
Umorismo autolesionista. Può essere considerato l'opposto dell'"auto-valorizzazione", per cui scherzare su se stessi, con l'obiettivo di apparire "buoni" agli altri, ha in realtà l'effetto opposto: sconfiggere se stessi di fronte agli altri. Chi usa l'umorismo autolesionista vuole divertire gli altri provocando dolore a se stesso, spesso nascondendo l'ansia con le battute.
Qui un po’ di consigli per non farsi licenziare a causa di una battuta, li prendo dal Ted Talk:
Non cercate ciò che è divertente, ma ciò che è vero.
Non pensate a voi stessi: "Questo mi farà sembrare divertente?". Chiedetevi invece: "Come si sentiranno gli altri?".
Non "punzecchiare". Cioè, non prendete in giro qualcuno o raccontate una barzelletta a spese di qualcun altro, soprattutto se si tratta di una persona di status inferiore nell'organizzazione. (questo io lo faccio sempre, pardon)
Non prendete in giro le vulnerabilità altrui (o le vostre) e "controllate sempre la vostra distanza": cioè, tu puoi prendere in giro tua madre, ma io non posso prendere in giro tua madre.
Secondo lo psicologo Robert Provine l’umorismo è una ricerca di sincronizzazione con l’altro, fondamentale specialmente sul posto di lavoro. In questo pezzo di Business Insider → Laughter is the sign of a strong team — and a trustworthy leader., saper ridere non si limita a generici benefici sulle persone.
Provine dice una roba interessante: ridere è una forma di coralizzazione sociale. Si ride perché si intrecciano legami ridendo insieme, al netto di uno scherzo più o meno riuscito. E questo, in un ambito a rischio sociale come il lavoro, è considerato fondamentale.
Ci dà l’idea di essere al sicuro. In generale, i mammiferi fanno così: si divertono quando si sentono al sicuro, la smettono subito di ridere non appena c’è uno stimolo negativo o un pericolo. Lo fanno specialmente i topi, e questo non mi fa tantissimo onore ma ok. Però questo ha un sacco di amici:
Tuttora una delle mie esperienze lavorative preferite non è quella in cui ero più pagato, o quella in cui facevo il lavoro più stimolante, ma quella in cui, con due amici e colleghi che adoro, ho riso di più. Con Marco e Stefano nello specifico ho vissuto tra le più belle giornate lavorative che io ricordi, anche se non ho mai chiesto scusa a Stefano per avergli tirato la scatoletta vuota (forse) delle capsule Nespresso (ok, detta così non fa ridere, sembra più un reato, ma lì per lì mi ha tirato giù per terra).
Le risata aprono la testa al pensiero creativo, lo dice un esperimento di John Kounios della Drexel University e Mark Beeman della Northwestern University. Ridere aumenta la capacità di risolvere puzzle creativi del 20%. Vi lascio un po’ di link che mi scagionano del tutto (non dalla scatoletta Nespresso, ma ok, penso sia in prescrizione):
Dear HR, It’s OK to Laugh — Incorporating Humor Into the HR Workplace (di questo mi piace il tono passivo aggressivo con cui apostrofa le HR)
E questo è il mio pezzo 💎 di oggi, sempre sul duo di cui sopra, quelle del Ted Talk, ed è del New York Times:
How to Laugh at Work
Per inciso, una cosa che dico sempre: ridere ok, ma allargarsi non va bene, e lo dico perché è una mia skill. Quindi sempre meglio allertare tutti: se esagero, vado oltre, vi colpisco in qualche modo, ditemelo. Non fatelo, se siete dei puzzoloni permalosi. In quel caso, meglio di no. Me ne accorgerei, e sarebbe troppo allettante.
Buona giornata, ridendo 🙃🙃🙃